lunedì 6 giugno 2011

Leucemia infantile. Più malati nei pressi delle centrali nucleari, allarme Aduc

Bambini sotto i cinque anni che vivono nei pressi di un impianto nucleare sono più sottoposti al rischio di leucemia ma non esiste un legame stringente tra i casi di malattia e la debole radioattività emessa dalle centrali atomiche. Così recita un rapporto della Commissione per la tutela dalle radiazioni (SSK, Germania), che ha esaminato i casi di leucemia nelle aree vicine agli impianti.

"Le radiazioni delle centrali atomiche dovrebbero essere mille volte superiori per poter spiegare i rischi osservati", ha detto il direttore della commissione, il prof. Rolf Michel dell' Universita' di Hannover (Germania). Dunque, le cause delle leucemie infantili, registrate in zone comprese nei 5 km di raggio dalle centrali, restano sconosciute. Potrebbe trattarsi della concomitante presenza di pesticidi e di malattie infettive che aggrediscono il sistema immunitario, fattori non considerati dallo studio. Certo è che occorrono approfondimenti ulteriori, magari anche quelli che servirebbero per capire meglio come si forma la leucemia infantile. ”Già- commenta Primo Mastrantoni, segretario Aduc - bisognerebbe approfondire gli studi, necessità che in Italia non è avvertita mentre si lanciano programmi per la costruzione di centrali nucleari.

Così diverremo meno dipendenti dal petrolio e dal gas, prodotti che vengono importati, si dice. La domanda sorge spontanea: l'uranio che serve per le centrali lo importiamo o no? E se lo importiamo non siamo sempre dipendenti da coloro che posseggono miniere di uranio, in particolare Australia, Canada, Kazakhstan (58% delle riserve)?"

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