giovedì 16 giugno 2011

BRUNETTA A RADIO 24 'ITALIA PEGGIORE, CONFERMO'


Brunetta al "lavoro" in Parlamento
ROMA - Brunetta insiste ancora. Il giorno dopo il caos scoppiato intorno al ministro della Pubblica Amministrazione, con migliaia di attacchi sul web in seguito agli insulti di Brunetta ai precari durante un convegno ("Siete l'Italia peggiore", ha detto il ministro ad una rappresentante della Rete Precari), lo stesso Brunetta ha ribadito quanto detto su Radio 24, ospite di Alessandro Milan nella trasmissione mattutina.

"Io ho attaccato solo quelle 4 persone, non tutti i precari - ha detto il ministro - in Italia c'è un piccolo esercito di lavoratori a tempo determinato, con contratti atipici. Ma quelle 4 persone non erano venute per ascoltare il convegno sull'innovazione, a loro non interessava nulla di tutto ciò. Avevano già pronti gli striscioni, non ascoltavano, volevano solo contestare. Poi io, mentre uscivo, ho cercato di interloquire, ma ho ricevuto solo insulti. E' quella l'Italia peggiore: l'Italia di chi non consente al ministro dell'università o della scuola di parlare in una scuola, perché viene immediatamente subissato di fischi".

Brunetta attacca anche la precaria che voleva porgli una domanda che non ha nemmeno ascoltato, che oggi è stata intervistata da Repubblica e da altri quotidiani: si tratta di Maurizia Russo Spena, figlia dell'ex senatore di Rifondazione Giovanni Russo Spena. "La cosa più divertente è stata l'intervista al leader, tra virgolette, di quel movimento di precari che è venuto a contestarmi o a pormi delle domande. Guadagna 1800 euro al mese da 5 anni con contratti a tempo a termine presso un'agenzia del Ministero del Lavoro. Non mi sembra tanto precaria", ha detto Brunetta.

AVVENIRE: CHI NON ASCOLTA PRENDE SBERLE «Chi non sa ascoltare le persone - che non sono certo il Paese 'peggiorè - oggi si candida solo a ricevere altre sberle. Metaforiche, s'intende. Ma non per questo meno pesanti». Così il quotidiano cattolico Avvenire commenta oggi l'episodio in cui il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha definito alcuni precari della pubblica amministrazioni «l'Italia peggiore». «Le contestazioni agli esponenti politici sono non di rado dure, in passato ve ne sono state pure di violente - scrive il quotidiano della Cei in un corsivo non firmato, quindi attribuibile alla direzione -. Ma i timori, legittimi, che possano accadere non giustificano gli insulti e le fughe sdegnate di fronte a semplici domande». Secondo Avvenire, «per un politico la capacità di ascolto è una delle prime virtù da coltivare. Per un ministro, poi, è addirittura un dovere». Per il giornale dei vescovi, comunque, «ora gli insulti che a sua volta il ministro riceve su internet sono parimenti criticabili». Ma il consiglio che rivolge a Brunetta è che «anzichè insistere nell'errore, meglio scusarsi e aprirsi al confronto. Questa sì sarebbe un'Italia migliore».

LA PRECARIA: VOGLIAMO DIRITTI, NON IL POSTO FISSO
Non tanto «il posto fisso». Quanto «tutele, rispetto delle competenze, continuità del reddito». Sono queste le richieste dei precari che Maurizia Russo-Spena avrebbe chiesto al ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta «se non fosse andato su tutte le furie appena ha sentito nominare la Rete precaria». Lo spiega la stessa figlia dell'ex senatore di Rifondazione, Giovanni Russo Spena, precaria da 15 anni, ora «di lusso» perchè guadagna «1800 euro al mese, ma a novembre scado», intervistata da Repubblica.

Parlando anche con altri quotidiani, tra cui Stampa e Corriere della Sera, aggiunge che avrebbe voluto chiedere al ministro «se si è mai domandato qual è la faccia del fallimento della sua innovazione», «un lavoro precario, senza tutele e riconoscimento». La donna respinge al mittente le accuse di provocazione: «il provocatore è lui, la smettesse di insultare i precari dicendo che non hanno voglia di lavorare». Andare a scaricare le cassette di frutta? «Anche questa è una dimostrazione del sotto impiego delle alte professionalità del nostro Paese. Ci andasse lui a scaricare le cassette». Comunque, conclude, «noi volevamo avere solo avere voce, e il ministro, grazie al suo atteggiamento nevrotico, ce l'ha data».

leggo.it/

 Brunetta a Radio 24

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