sabato 4 giugno 2011

Berlusconi ha paura. L’Agcom no. E minaccia

VERSO IL VOTO. Il timore di perdere anche la partita sui referendum porta il premier a definire "inutile" l'appuntamento del 12 e 13. L’autorità delle Comunicazioni manda l’ultimo avviso alla Rai

Volata finale per raggiungere l’obiettivo del quorum. Le iniziative per richiamare i cittadini alle urne si moltiplicano giorno dopo giorno. Campagne di informazione, spot firmati da artisti e performers: i comitati promotori non si danno un momento di tregua e l’Agcom bacchetta la Rai. L’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni ha emanato nei confronti dell’azienda pubblica un «ordine confermativo » affinché provveda, a partire da oggi, «alla diffusione giornaliera dei messaggi autogestiti su tutte e tre le reti» assicurando, a rotazione per ciascuna giornata e nella fascia di maggior ascolto «la diffusione di tribune elettorali » e una «rilevante presenza degli argomenti oggetto dei referendum nei telegiornali e nelle trasmissioni informative di maggior ascolto». In caso di ulteriore inottemperanza, scatteranno le sanzioni previste.
La squadra dei politici per il Sì ai referendum continua intanto a fare acquisti: dopo Pisapia neosindaco di Milano e De Magistris a Napoli, ieri è stato il turno del governatore della Sardegna, Ugo Cappelacci (Pdl), che smarcandosi dalla linea del premier, ha invitato i cittadini dell’isola a votare «contro qualsiasi centrale atomica» promettendo spot e pubblicità in tv e sulla carta stampata per favorire la partecipazione. Ma visto i risultati del referendum consultivo pare che di raccomandazioni i sardi non ne abbiamo poi tanto bisogno. Indicazioni di voto vengono anche dal leader di Futuro e libertà che ha invitato tutti gli elettori a recarsi alle urne. Favorevole alla privatizzazione dei servizi idrici firmata da Andrea Ronchi, Fli guarda con interesse al quorum che renderebbe valido il pronunciamento su nucleare e legittimo impedimento, due quesiti dal forte significato politico e dall’elevato potenziale anti-berlusconiano.

A rifiutare il proposito di dare al referendum una connotazione partitica è invece Antonio Di Pietro: «Il mio sforzo da qui al 12 giugno - ha dichiarato il presidente dell’Idv - sarà quello di far comprendere ai cittadini che i referendum non sono un giudizio divino su Berlusconi ma una scelta per il Paese che va oltre i partiti. Acqua, aria e legalità non sono né di destra né di sinistra».

Anche perchè non sarà certo il referendum a dare la spallata finale al premier. «Sono certo che Berlusconi non se ne andrà mai spontaneamente - ha aggiunto Di Pietro -, anche se il governo è arrivato al capolinea». Il presidente del Consiglio, dal canto suo, mette le mani avanti e chiarische che «l’esito dei referendum non ha nulla a che vedere con la vita del governo». Peccato che nel caso dovessero vincere i Sì sarebbero abrogate 4 leggi cardine di tutta la politica dell’esecutivo.

 Per il premier che ha provato in tutti i modi a ostacolare l’espressione della volontà popolare, prima con una moratoria di un anno sulla realizzazione degli impianti, poi mettendo la fiducia sul decreto Omnibus, per non parlare dell’istituzione di un' autorità garante per la qualità e le tariffe del servizio idrico, quello referendario sarebbe un «voto inutile».

 Non per il mondo dello spettacolo, protagonista da ieri su Internet e sui social network. Così su YouTube si trovano già da ieri le immagini di Caterina Guzzanti, Paolo Virzì, Carolina Crescentini, Elio Germano, Andrea Bosca, Maya Sansa, Andrea Sartoretti che invitano al voto che si terrà il 12 e 13 giugno in brevi interventi che confluiranno presto in un unico trailer a più voci. L’iniziativa, dal nome ‘Io voto, del tutto apartitica e spontanea, si propone così, con questo spot autogestito pieno di star, di forzare, per quanto possibile, tv e media a parlare finalmente di referendum.  

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