martedì 24 maggio 2011

Politica & Web- Letizia, fermata SUCATE

Il quartiere virtuale di Milano che sbeffeggia la Moratti.

Altro che giornate della collera del mondo arabo. Nella Milano del duello tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia il connubio web e politica ha generato un vero e proprio caso, al tempo stesso tremendamente spassoso e serissimo per come ha messo in luce le debolezze populiste di chi corre per una poltrona: il caso "Sucate", immaginario e goliardico quartiere di Milano.

Tutto è iniziato quando un utente della Rete ha lanciato il suo allarme al profilo Twitter di Letizia Moratti: «Il quartiere Sucate dice no alla moschea abusiva di via Giandomenico Puppa. Sindaco rispondi!».
Sarà forse in ossequio al nome del profilo, Mi Risponde, sta di fatto che un improvvido membro dello staff di Donna Letizia deve aver fiutato qualche voticino in più e non ci ha pensato su due volte, cadendo a gambe all’aria nella burla digitale. «Nessuna tolleranza per le moschee abusive», è stata la pronta rassicurazione, «i luoghi di culto si potranno realizzare secondo le regole del Piano di governo del territorio».

«ICH BIN EIN SUCATER». Apriti cielo, anzi, apriti social network. La gaffe ha scatenato il popolo del web, che sulla tenzone per l’elezione del nuovo sindaco di Milano è attivissima, specialmente con l’arma letale dell’ironia. E così Sucate è diventato per un giorno il quartiere più caldo della satira politica dei cittadini della Rete, all’urlo (orgogliosamente postato) di «Ich bin ein Sucater».
Video umoristici, fotografie, canzoni, migliaia di post disseminati ovunque e
un gruppo Facebook (vale la pena perdere dieci minuti e leggere della «metro di Sucate invasa dagli zingari» e delle altre goliardie) in crescita esponenziale che in poche ore ha raggiunto oltre 8 mila fan. A questo si sono aggiunti altri gruppi satellite sulla falsariga dello sberleffo alla Moratti impegnata spasmodicamente nella caccia di qualche voto in più in vista del ballottaggio.

Ah che bei tempi che erano quelli della Sucate da bere», ha scritto un utente sulla bacheca della pagina del quartiere virtuale. Nel mentre, la Milano da bere che non c’è più è tutta nell’eccezionale mobilitazione dal basso che ha accompagnato la campagna elettorale milanese: concerti, volantinaggi, gruppi impegnati (oltre che satirici) sui social network.
Potenza del web. Colpisce infatti come migliaia di persone abbiano preso duramente di mira i ritornelli elettoralistici ossessivi di Lega e Pdl, come l’ostracismo nei confronti di immigrati e luoghi di culto islamici.

LA MOSCHEA INTITOLATA A PISAPIA.
 Vincenzo, per esempio, ha caricato la foto di una alquanto fallica moschea di Sucate: «Il più importante progetto architettonico della città. Contribuisci anke tu!». E un altro utente ha rilanciato. «Non è necessario, siamo già finanziati dalle potentissime lobby zingare e islamiste, x non contare le frange estremiste di Pisapia... ci serve sostegno morale, x non far sentire soli i nostri concittadini!».

Una risata, insomma, sta seppellendo sul web non soltanto la candidata Moratti, ma anche e soprattutto gli slogan populisti del centrodestra, grazie alle peripezie del sindaco Giandomenico Puppa, ai video e alle canzoni umoristiche e volutamente parossistiche, ai giornali, gruppi di quartiere, battutacce da osteria, persino la guida Lonely Planet di Sucate.

Entità fantasiose figlie dell’Italia del bunga bunga:
se vale tutto, se in politica ogni fregnaccia assurge al rango di proposta o posizione a tutela della “gente”, allora chi ci può fermare dal ribaltare le regole del gioco? È il senso dei migliaia di post che affollano la divertita osteria senza peli sulla lingua di Facebook. Corredata da migliaia di sghignazzi. Alla faccia della politica lontana dai cittadini.


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