venerdì 6 maggio 2011

Milano- Il dialogo del candidato pdl col boss "Speriamo che muoia come un cane"

Marco Clemente, in corsa per Palazzo Marino, finisce in una intercettazione ambientale nell'inchiesta sulla 'ndrangheta. Il Pd: "La Moratti lo cacci". E lui: "Non sono indagato"

"Speriamo che muoia come un cane". Queste le parole di Marco Clemente, candidato alle prossime comunali per il Pdl,  rimaste impresse nelle intercettazioni che lo scorso marzo portarono in carcere 35 affiliati alla 'ndrangheta. Una frase  pronunciata, secondo gli atti dell'inchiesta della Dda, il 17 febbraio del 2008, alle tre di notte. Che adesso scatena una nuova bufera politica.

Clemente parla nelle sale di un locale con Giuseppe Amato, uno degli arrestati per associazione mafiosa e ritenuto il luogotenente del boss Pepè Flachi per la riscossione del pizzo. Amato si lamenta con lui del fatto che in alcuni locali i gestori non paghino. "Speriamo che muoia come un cane", direbbe a questo punto Clemente riferendosi a uno di loro. Il politico non è indagato. Ma ora, dopo il caso di Roberto Lassini e dei manifesti con i pm paragonati alle Brigate Rosse, dopo l'inchiesta che ha coinvolto Marco Osnato, indagato per presunte irregolarità negli appalti Aler, sono tre i candidati di cui le opposizioni chiedono conto al sindaco.

Le opposizioni, intanto, sono sul piede di guerra su Clemente. "Mi chiedo con quale faccia il sindaco Moratti possa presentarsi davanti ai cittadini", attacca Maurizio Baruffi, portavoce del candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia. Il Pd chiede al sindaco di "cacciarlo" dalla lista del Pdl. "È un'offesa a tutti i milanesi - dice Francesco Laforgia, coordinatore cittadino del Pd - La pattuglia degli impresentabili nel Pdl diventa sempre più grande. Chi sarà il prossimo?". Già la scorsa settimana il Pd aveva chiesto l'esclusione di Clemente dalle elezioni. "Ci piacerebbe avere una risposta dal sindaco" chiede Stefano Boeri, capolista del Pd. "Da giorni De Corato ripete a Giuliano Pisapia domande su liste, personalità e soggetti che lo sostengono - dichiara Daniele Farina, coordinatore provinciale di Sel - Alla luce delle inchieste, forse De Corato e Moratti dovrebbero cominciare a farsi qualche domanda sulla qualità della propria lista. E porvi rimedio".

A prendere le difese di Clemente c'è solo Giorgio Stracquadanio, parlamentare del Pdl, che accusa la procura di "attentato alla Costituzione. Ancora una volta - dice - materiale investigativo viene volantinato da magistrati felloni che intervengono in campagna elettorale".  "Non mi riconosco in quelle parole - tenta di difendersi Marco Clemente - Sono parole che non ho detto, che non mi appartengono: se avessi pronunciato quelle frasi sarebbe scattata obbligatoriamente un'indagine su di me". Assicura che non rinuncerà alla campagna elettorale: "Ho la massima fiducia nella magistratura". Basilio Rizzo, capolista della lista Sinistra per Pisapia, chiede l'intervento del ministro dell'Interno. "Se quelle parole fossero vere, sarebbero di una gravità inaudita. Chiedo al prefetto e a Maroni di intervenire per garantire che la 'ndrangheta non entri nella contesa elettorale".

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