lunedì 2 maggio 2011

Libia: Giallo sul figlio di Gheddafi

Forse morto sotto le bombe. Assalto all'ambasciata italiana.

La televisione libica ha fatto sapere che, durante i consueti raid notturni, il 30 aprile i caccia della Nato hanno ucciso il figlio minore di Muammar Gheddafi, Saif al Arab. Si tratta del più giovane degli eredi del leader libico, nonché uno dei meno in vista: 29 anni, a lungo residente in Germania come studente, Saif si era finora fatto notare soprattutto per qualche rissa fuori dai bar in Europa e per la predilezione per le Ferrari.
Secondo la versione offerta dalla stampa di regime, il ragazzo si trovava in un palazzo di Tripoli insieme con il padre, alcuni amici e famigliari. Insieme a lui sarebbero morti tre nipoti del raìs: Saif, 2 anni, figlio di Mohammad Gheddafi; Carthage, 3 anni, figlia di Hannibal, e Mastoura, di appena 4 mesi, figlia di Aisha.

I DUBBI DEGLI ANALISTI. Dal quartiere generale della Nato non sono arrivate conferme: né sull'assassinio di Gheddafi junior, né tantomeno sui veri obiettivi della missione. Il primo ministro britannico David Cameron si è invece precisato ad affrettare che i bombardamenti non hanno obiettivi individuali.Al di là della formule diplomatiche, gli analisti pensano però che l'annuncio di Gheddafi potrebbe essere l'ennesima trovata propagandistica. Magari per impietosire l'opinione pubblica occidentale, di sicuro per stringere a sé i fedeli della Cirenaica. Del giovane Saif al Arab (da non confondere con il fratello maggior, Saif al Islam - non si avevano comunque notizie da tempo. Defilato sullo scenario bellico, potrebbe essere già all'estero da tempo.

Nel raid avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio sarebbero morti anche tre nipoti del Colonnello. Illesa invece Safia Farkash, la seconda moglie di Gheddafi e madre di Saif al Arab.

EVACUAZIONE ONU. Vera o falsa che sia la notizia, di certo c'è che gli attacchi Nato proseguono a spron battuto. E con loro la reazione dei fedeli al raìs.
L'ambasciata italiana a Tripoli, abbandonata da tempo, è stata presa d'assalto: l'edificio, in fiamme, è stato saccheggiato dai cittadini. E anche le sedi dell'Onu sono state attaccate dalla folla. Le Nazioni Unite hanno fatto sapere che stanno evacuando tutto il personale di stanza nella capitale libica.

LE MINACCE DEL RAIS. Soltanto il 29 aprile, il rais libico, in un discorso in tivù, aveva chiesto negoziati alla Nato per giungere a un cessate il fuoco. Quanto siano sincere le sue intenzioni non è dato sapere: non è la prima volta che il Colonnello si dice pronto a una tregua che non rispetta. Il falso ritiro dalla città di Misurata è solo l'ultimo esempio.

MARONI IN ALLERTA. Nel lungo monologo Gheddafi si era però scagliato contro l'ex amico italiano Silvio Berlusconi. Gheddafi aveva attaccato direttamente il presidente del Consiglio: «Il mio amico Silvio Berlusconi ha commesso un crimine» autorizzando i bombardamenti italiani sulla Libia, ha detto il Colonnello, accusando Roma di voler imporre su Tripoli «un nuovo colonialismo italiano».
Il lungo elenco di intimidazioni viene valutato con attenzione dall'Italia.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha lanciato l'allarme: «Le parole di Gheddafi confermano che la situazione è da tenere sotto controllo, lo stiamo facendo e abbiamo intensificato azioni di verifica sul territorio nazionale». 01 Maggio 2011

lettera43.it/era-il-figlio-piu-giovane-illeso-il-colonnello

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