martedì 31 maggio 2011

Il referendum fa l'acqua. Dagli Usa alla Francia: perché privatizzare è un danno.

Il 12 e 13 giugno si vota per il referendum sull'acqua, il legittimo impedimento e il nucleare. Ma se sull'ultimo tema domina l'incognita visto che la Corte di Cassazione deve ancora esprimersi dopo che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato il decreto Omnibus e il legittimo impedimento è avvertito come concetto astratto e lontano, è sui quesiti dell'acqua che dovrebbe concentrarsi l'attenzione degli elettori.


Il governo, infatti, vorrebbe privatizzare l'acqua, nonostante i tentativi di strapparla dalle mani pubbliche hanno provocato addirittura delle «guerre», come nel caso della Bolivia che s'oppose agli Stati Uniti con morti feriti e tanto dolore.

GLI EFFETTI NEGATIVI DELLA PRIVATIZZAZIONE. Ma per capire gli effetti della strategia governativa non serve andare oltre oceano: anche in Europa ci sono esempi deleteri della privatizzazione dell'acqua. Come in Inghilterra, dove l'azione del 1989 del governo di Margaret Thatcher ha provocato l'aumento dei prezzi del 18% annuo.

E poi c'è la Francia che dopo aver privatizzato l'acqua nel 1989, nel 2010 ha rimunicipalizzato la rete idrica risparmiando addirittura 30 milioni di euro.

In Italia la situazione non è delle migliori: a Firenze, Latina e Arezzo la gestione privata (anche se solo parziale) dei sistemi idrici locali ha già prodotto risultati a dir poco preoccupanti.Martedì, 31 Maggio 2011

lettera43.it/dagli-usa-alla-francia-perche-privatizzare-e-un-danno

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