martedì 24 maggio 2011

Camera vota stop al nucleare, scontro sui referendum si infiamma

Di Pietro: Napolitano non firmi. Referendari protestano a viale Mazzini e la dg Lei 'ordina' a direttori: da ora più informazione


Roma, 24 mag. (TMNews) - Il voto con cui la Camera ha approvato la fiducia chiesta dal governo sul dl omnibus che contiene, fra l'altro, lo stop alla costruzioni di nuove centrali nucleari in Italia e quindi potrebbe annullare il referendum in materia già convocato il 12 e il 13 giugno, infiamma la campagna referendaria. Una volta approvata definitivamente dall'aula di Montecitorio con il voto sul merito del provvedimento, la legge passerà alla firma del capo dello Stato per la sua promulgazione e successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Solo a quel punto potrà pronunciarsi l'ufficio centrale della Cassazione per i referendum che dovrà stabilire se la nuova norma, per quanto temporanea, comporti l'annullamento del referendum sul nucleare.

Il che può fare la differenza sul raggiungimento del quorum nelle consultazioni di metà giugno che riguardano anche due altre questioni. La legge sul legittimo impedimento voluta dal Governo Berlusconi (il quesito sulla 'legge ad personam di Berlusconi' su cui ha raccolto le firme Di Pietro). E la legge Ronchi sulla possibilità di affidare in gestione anche a privati la rete idrica. Due quesiti che oggi hanno visto anche la Cei indirettamente schierarsi con un monito dei vescovi italiani: "l'acqua deve restare un bene di proprietà pubblica", hanno tuonato dalla loro settimana di lavoro in assemblea plenaria. E che, nonostante il governo Berlusconi abbia tentato di svuotarne il valore con altra 'leggina ad hoc' nel dl sviluppo, oggi sembrano tentare anche Umberto Bossi: "quello sull'acqua è un referendum attraente...", ha detto il Senatur che oltre ad essere capo della Lega, del governo in carica è anche ministro.

Divisa o unita che sia la maggioranza, le opposizioni hanno tuonato contro il possibile imminente stop al referendum sul nucleare, a seguito del voto di Montecitorio. In particolare, l'appello di Antonio Di Pietro a Quirinale ("non firmi la legge, non la faccia entrare in vigore fino al refrendum..") e a Cassazione ("non avalli lo scippo del diritto degli italiani ad esprimersi sul nucleare che il centrodestra vorrebbe") è stato praticamente in contemporanea al sì della Camera alla fiducia sul dl omnibus.

Così come praticamente in contemporanea al voto di Montecitorio (dove in piazza per tutto il giorno i referendario hanno promosso sit in contro "la legge ammazza referendum" e "il silenziatore sulla campagna referendaria messo da Rai e Mediaset") è stata un'inattesa iniziativa della nuova Dg della Rai Lorenza Lei che ha firmato una direttiva piuttosto perentoria con destinatari tutti i direttori e tg affinchè sia "intensificata da subito l'informazione del servizio pubblico sui referendum", preannunciando anche un altro paccehtto di iniziative allo stesso fine da qui a giovedì, quando ha dato un nuovo appuntamento ai referendari ricevuti oggi a viale Mazzini.

L'incontro odierno e l'iniziativa della Lei hanno infatti posto fine a un presidio fin da questa mattina da parte dei referendari, pronti a denunciare l'inadempienza della Rai rispetto all'informazione referendaria. All'indomani della sberla ricevuta ieri dall'Agcom in tema di par condicio elettorale, la Dg oggi ha voluto prendere in mano la situazione ed evitare anche solo il rischio di nuovi richiami o, peggio, sanzioni. "Non c'e' stata finora - ha voluto sottolineare e mettere la mani avanti la direzione generale ai referendari- nessuna violazione degli obblighi imposti al servizio pubbblico dalla commissione di Vigilanza sulla campagna referendaria". Detto questo, saranno "immediate le iniziative per intensificare l'informazione". E con la direttiva firmata dalla Dg, ciascun direttore Rai di ogni ordine e grado è avvertito: se ci saranno mancanze e inadempienze se ne risponderà di persona.

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