venerdì 27 maggio 2011
Befera frena Equitalia - Stop (fino a nuovo ordine) delle procedure esecutive
RISCOSSIONE Stop (fino a nuovo ordine) delle procedure esecutive È questa l'ultima indicazione che è arrivata nelle email dei dirigenti di Equitalia. La ragione è da ricercarsi, come spiegano alcuni addetti ai lavori a ItaliaOggi, nell'attesa delle correzioni da apportare al decreto legge sviluppo.
Non avrebbe infatti senso intraprendere iscrizioni a ruolo rischiando con le nuove regole in arrivo di innescare ulteriori contenziosi su applicazioni retroattive o meno. Quindi la scelta è quella di sospendere qualunque iniziativa che si tratti di ipoteca o pignoramento in attesa che la situazioni si chiarisca.
In alcune direzioni l'indicazione è che lo stop sia per 15 giorni in altre direzioni invece anche se si ribadisce che è a tempo determinato non si indica la dead line e si rinvia a ulteriori disposizioni. Al momento non si sa se queste laconiche indicazioni confluiranno in una direttiva del gruppo. La decisione è un passo ulteriore rispetto alla scelta di un'applicazione meno rigida delle disposizioni sulla fase esecutiva e sulla maggiore considerazione delle situazioni di disagio dei contribuenti richieste dal presidente di Equitalia, Attilio Befera, in due incontri dei giorni scorsi.
Tutte queste azioni però non placano gli attacchi agli uffici della società di riscossione. Ieri infatti si è registrato un nuovo blitz con lanci di ortaggi, petardi e uova, contro le forze dell'ordine che presidiavano la sede di Gerit-Equitalia a Roma. E accaduto in via Togliatti. Tra i manifestanti, precari, disoccupati ed esponenti di centri sociali. Protestiamo, ha detto un manifestante, contro l'operato della società di recupero crediti e contro la politica di repressione fiscale, capillare e incontrollata, che stiamo subendo.
I sindacati dei lavoratori di Equitalia, dopo questo ennesimo atto dichiarano che «la situazione è insopportabile e la responsabilità non è solo in termini di comunicazione ma anche in termini di gestione del momento. Una responsabilità che nasce dalla volontà politica e passa dal legislatore fino all'azienda. I lavoratori», concludono le sigle sindacali, «non ci stanno a fare il capro espiatorio».
Fonte: Federcontribuenti Nazionale
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