venerdì 22 aprile 2011

Usa mandano droni in Libia e Tripoli minaccia l'Italia

Il regime ha fatto sapere che l'invio di istruttori avrà "conseguenze" e che verranno armati nuovamente anche i civili

Roma, 22 apr. (TMNews) - Gli Stati Uniti sono pronti ad inviare droni sui cieli libici. Una decisione, quella di utilizzare gli aerei senza pilota, legata alla "situazione umanitaria" nel paese nordafricano e alla possibilità di fare ricorso a "potenzialità" di cui non dispongono altri tipi di velivoli, in particolare per evitare vittime civili. L'annuncio del segretario alla Difesa Robert Gates è arrivato ieri, nelle stesse ore in cui da Tripoli si levavano nuove minacce contro l'Italia e i suoi alleati francesi e britannici, colpevoli di avere annunciato l'invio di istruttori per i ribelli in lotta contro le forze governative.
"Questi Paesi devono stare attenti alle conseguenze di una simile decisione", ha fatto sapere il ministero degli Esteri attraverso la televisione di Stato, secondo quanto si legge sul Corriere della Sera. Una minaccia poi estesa all'intera comunità internazionale: se la Nato dovesse decidere di invadere Misurata o qualunque altra città libica, il regime armerà i civili e farà in modo di scatenare un inferno.
Intanto, il segretario di Stato Hillary Clinton ha affermato che la campagna Nato in Libia può essere paragonata all'intervento del 1999 in Kosovo, che aveva segnato l'inizio della fine del presidente serbo Slobodan Milosevic. "Siamo in azione da relativamente poco tempo", ha detto il segretario di Stato Usa alla stampa, "vi ricordo che gli Stati Uniti con i loro partner hanno bombardato i bersagli in Serbia per 78 giorni", ha spiegato ieri sera. Interrogata sull'assedio della città libica di Misurata, il capo della diplomazia americana ha parlato di "disumanità" e ha denunciato il regime del colonnello Muammar Gheddafi "per aver attaccato direttamente i civili". Clinton ha anche evocato, pur senza farle proprie, le informazioni di Human Rights Watch sull'utilizzo di bombe a grappolo contro il popolo libico.
Il regime, da parte sua, si è detto "molto rattristato" per la morte di Tim Hetherington e Chris Hondros, i due giornalisti uccisi da un colpo di mortaio nella città assediata di Misurata. Gli uomini del colonnello, nella giornata di ieri, hanno infine consentito a Clare Morgana Gillis, la giornalista americana detenuta da 16 giorni in Libia, di contattare la famiglia. La giornalista è stata fermata il 5 aprile scorso vicino a Brega, nell'est della Libia assieme a due colleghi, l'americano James Foley di GlobalPost e il fotografo spagnolo Manuel Bravo, della European Pressphoto Agency. "I suoi genitori ci hanno detto che non ha subito maltrattamenti", ha fatto sapere la sua rivista, The Atlantic.
tmnews.it/

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