Giuliano Bignasca |
Bignasca festeggia il successo elettorale
Il vento leghista conquista il Ticino. Da ieri, la Lega dei Ticinesi è il primo partito del Cantone, con il 29,8 per cento dei consensi e due seggi nel nuovo esecutivo locale. Uno "tsunami elettorale", come titola, da Zurigo, il quotidiano Neue Zürcher Zeitung.
Per il movimento di Giuliano Bignasca, il "Bossi di Lugano", è davvero una vittoria storica, maturata dopo una campagna elettorale dai toni durissimi, condotta sulla pelle dei circa 45 mila "frontalieri", gli italiani con un impiego Oltralpe, accusati di rubare il lavoro agli svizzeri e raffigurati nei mesi passati come "ratti" in una serie di manifesti ideati dall'altro partito svizzero "antistranieri", l'Udc. Una campagna elettorale, quella conclusasi con il voto di ieri, nella quale non sono mancati altri proclami più o meno velatamente anti-italiani, compresa la richiesta dello stesso Bignasca di erigere un muro di cemento armato alla frontiera di Chiasso, per impedire l'arrivo dei tunisini. Segno, implicito, di una certa sfiducia verso il Viminale del "cugino" Bobo Maroni.
Il balzo elettorale di Bignasca e dei suoi è stato altissimo: un più 8 per cento che questo "Carroccio", nato nel 1991 sull'esempio padano, ha conquistato a spese di partiti storici come il Plr (i liberalradicali), che cala di tre punti, dei socialisti (meno cinque per cento), dei moderati del Ppd (meno 1,9 per cento). Con la Lega, crescono però anche i Verdi, che toccano il 6 per cento.
E ora, dice Bignasca, classe 1945, noto per le sue sortite al di sopra delle righe (per esempio contro "i troppi neri nella nazionale") "cambia tutto, perché governiamo noi". E qualcosa potrebbe cambiare anche nei rapporti del Cantone con l'Italia. Da mesi, i leghisti ticinesi - e non solo loro, in realtà - chiedono a Berna di rivedere l'accordo bilaterale con l'Italia sui "ristorni", la quota di tasse riscosse dai lavoratori italiani che la Svizzera restituisce ogni anno a Roma. Una quota (intorno al 38 per cento) più alta, per esempio, di quella resa all'Austria (il 12,5). Un'istanza che aveva fatto breccia anche nei partiti più moderati.
La Lega, adesso, proverà anche ad arginare il fenomeno dei frontalieri, oppure, si domanda la Tribune de Genève, alla vittoria seguirà l'"imborghesimento" del partito? Per il Corriere del Ticino, quello di ieri è un risultato "che viene da lontano, da un cambiamento profondo del tessuto che compone la base elettorale: sempre più svincolata dalle logiche che governano e con cui governano i partiti tradizionali; e sempre più incline a premiare chi mostra, anche se in modi a volte discutibili, di essere attento a cogliere e raccogliere le sue inquietudini". Ora si attende una reazione della Lega italiana. Che, finora, non sembra preoccupata di scoprirsi "il Sud" della Svizzera.
11 aprile 2011
repubblica.it/elezioni_canton_ticino
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