sabato 23 aprile 2011

Sara Giudice: “Quelli del Pdl hanno cercato di comprarmi”

Una telefonata della Gelmini e poi l'offerta di un posto sicuro in Mondadori per fare pace con Nicole Minetti. A parlare è Sara Giudice, l'ex pidiellina, adesso passata a Fli, che ha criticato i metodi di selezione del suo ex partito

Mi hanno offerto un posto in Mondadori per rientrare nei ranghi”. Se proprio in quel momento non fosse arrivata in studio la notizia della solidarietà espressa da Berlusconi a Roberto Lassini, (l’uomo dei manifesti “Fuori le Br dalle procure”), forse Sara Giudice, la giovane ex pidiellina che ha raccolto 12 mila firme per chiedere le dimissioni di Nicole Minetti dal Consiglio regionale della Lombardia, lo avrebbe detto in diretta ad ‘Annozero‘. Invece ha avuto solo il tempo di raccontare che qualcuno aveva cercato di “comprarla”. Ecco la storia completa.

Sara, chi ha cercato di comprarla?
Poco più di un mese fa ho ricevuto una telefonata di Maria Stella Gelmini. Ero appena stata da Gad Lerner, la famosa puntata della chiamata di Berlusconi in cui parlava di “cosiddette signore” e stavo per essere ospitata ad ‘Annozero‘. La Gelmini mi chiese di non partecipare alla trasmissione di Santoro, perché la mia presenza, in un momento di estrema difficoltà per il presidente del Consiglio, non era opportuna.

A che titolo le ha telefonato?
La Gelmini è stata coordinatore regionale del Pdl e abbiamo lavorato insieme.

E lei cosa ha risposto?
Ho rivendicato il diritto di discutere nel merito la questione che ponevo, cioè il metodo di selezione della classe dirigente all’interno del Popolo della Libertà, cosa che ho tentato, invano, di fare anche con Berlusconi.

E il ministro come ha reagito al suo rifiuto?
Ne ha preso atto. Il giorno dopo ha rilasciato un’intervista a Repubblica accusandomi di aver raccolto le firme perché, a differenza della Minetti, ero stata esclusa dal listino bloccato. Una questione personale insomma.

E poi cos’è successo?
Qualche giorno dopo sono stata avvicinata da alcuni dirigenti del Pdl, che so per certo essere persone di fiducia di Maria Stella Gelmini. Mi hanno proposto un caffè con Nicole Minetti in favore di telecamera, una specie di “carrambata” per chiudere l’incidente. E per essere convincenti, conoscendo la mia condizione di lavoratrice precaria, mi hanno fatto capire che se avessi accettato ci sarebbe stato un posto sicuro in Mondadori per me.

E lei?
Ovviamente ho rifiutato. É stato in quel momento che ho capito che non c’era più niente da fare e ho lasciato il Pdl per Fli.

Come l’hanno presa i suoi ex compagni di partito?
Dipende. Molti hanno fatto a gara per screditarmi, ma purtroppo per loro non ho nulla da nascondere. Mi hanno accusato di essere la responsabile delle dimissioni del coordinatore regionale del Pdl Guido Podestà e la prima cosa che ha detto il suo successore Mantovani è stata “Sara Giudice non ha mai fatto parte del Pdl”, cosa semplicemente ridicola dal momento che ero perfino consigliere di zona 6 a Milano. Poi ci sono quelli – e sono tanti – che mi stringono la mano e confessano di non poterne più, che non vedono l’ora che Berlusconi si levi dalle palle. Ma poi si turano il naso e votano. E lo stesso faranno alle amministrative con la Moratti, anche se è un sindaco che non piace, troppo legata a interessi forti per governare una città come Milano.

Tutta questo subbuglio per una ragazza di 25 anni. Non le sembra eccessivo?
Non saprei. Mi viene in mente quello che disse Veronica Lario, il drago sarà sconfitto dalla bambina. Ecco, non penso certo di avere né questa capacità né questa forza, però è evidente che le loro debolezze stanno qui, con le persone per bene che non riescono a neutralizzare o a comprare. É il loro punto debole.

Lei ha partecipato alla fondazione del Pdl, quindi ha deciso di impegnarsi in politica perché credeva in Berlusconi…
Certo, ma penso che esista un Berlusconi uno e un Berlusconi due. Non che il primo fosse privo di difetti, ma non era certo così delirante.
23 aprile 2011

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