Dalle 15 in piazza Montecitorio. Protestano contro le norme sul processo breve. Non solo perché creano un salvacondotto giudiziario per Silvio Berlusconi. Ma anche perché il rischio è quello di mandare in soffitta migliaia di processi. E si tratta di procedimenti che coinvolgono i loro familiari, morti nei crolli del terremoto de L’Aquila, nella strage ferroviaria di Viareggio, a causa dell’amianto, della mafia, dell’incendio sulla Moby Prince. Vittime che potrebbero restare senza giustizia. E i comitati che ne riuniscono i familiari saranno in piazza oggi a Roma: dalle 15 in piazza Montecitorio, e dalle 18 al Pantheon.
Le adesioni. Previsti tanti interventi. Per raccontare ai cittadini le motivazioni di questa opposizione. E le ragioni che vengono calpestate per salvare il premier dai processi che lo riguardano. Con i familiari delle vittime tante associazioni: Libertà e Giustizia, Articolo 21, Anpi, Popolo Viola. Con loro, il Partito Democratico, l’Italia dei Valori, Sinistra e Libertà. Una mobilitazione per sottolineare il pericolo che si configuri una vera e propria emergenza giudiziaria. A conti fatti, rischiano di saltare quasi ventimila procedimenti. Tra questi: G8, Cirio, Falsi invalidi, Parmalat e Antonveneta.
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