Sequestrati duemila documenti video sui dieci anni di attività della base. I giudici sospettano che i materiali usati nell’area abbiano contaminato l’ambiente
PERDASDEFOGU. Filmati fatti con vecchie ma precise apparecchiature in grado di riprendere, momento per momento, la traiettoria dei razzi, ma anche dvd decisamente più moderni: la nuova tappa dell'inchiesta giudiziaria su Quirra, ieri, scava per la prima volta nella videoteca del poligono di Perdasdefogu.
In un paio di ore di lavoro, gli agenti della squadra mobile nuorese, su disposizione del procuratore Domenico Fiordalisi, acquisiscono circa duemila filmati. In mezzo, ci sono le registrazioni dei lanci dei missili, i filmati delle esercitazioni militari, i video di alcuni esperimenti. Gli investigatori, in questi giorni, li guarderanno uno ad uno, nella speranza di ricavare qualche informazione utile per l'inchiesta. Si punta anche a risalire ai materiali utilizzati nel corso degli anni all'interno del poligono perché la Procura di Lanusei sospetta che possano avere inquinato l'ambiente e influito sulla salute umana e degli animali.
Sempre ieri mattina, intanto, nel terreno della base, rientra di nuovo in azione Pierluigi Caboni, il tossicologo dell'università di Cagliari che qualche giorno fa era stato nominato come consulente dal procuratore Fiordalisi, e aveva già fatto una prima tranche di rilievi alla base prelevando "carote" di terreno, vicino a una delle discariche di metallo scoperte, e campioni di acqua. Ieri mattina, invece, le attenzioni dell'esperto chimico si concentrano sui bersagli del poligono e su tutta l'area che li circonda. Nel corso dei prelievi il tossicologo e la polizia trovano un centinaio di piccole batterie di colore giallo vicine al greto di un fiume. Sembra che fossero utilizzate come radiobersagli.
Nel frattempo, a Cagliari, continuano anche le analisi di un altro consulente della Procura di Lanusei, il fisico Paolo Randaccio. Era stato lui, qualche giorno fa, ad aprire le quindici casse con tracce di radioattività che erano state sequestrate nei giorni precedenti in alcuni magazzini del poligono. L'esperto avrà trenta giorni di tempo per depositare la sua perizia.
Certo è che le casse aperte contenevano valvole di radar e vecchi metal detector. E in alcune casse, questi oggetti erano già stati pre-trattati, ovvero immersi nella malta cementizia, nell'attesa di spedirli al Cisam di Pisa, l'ente che si occupa anche di stoccare i materiali radioattivi della basi militari. In base alle disposizioni del Cisam, tuttavia, quelle parti di radar avrebbero dovuto essere inviate dieci anni fa allo stesso ente per essere stoccate.
Le analisi di Randaccio vanno avanti in queste ore. Il fisico sta controllando alcune centinaia di parti di valvole e di radar. È un lavoro di precisione perché punta a conoscere il livello esatto di radioattività dei materiali.
Sempre nella giornata di ieri il procuratore Domenico Fiordalisi ha disposto che qualsiasi operazioni di bonifica venga fatta nel territorio della base - comprese quelle dell'Aeronautica militare, si potrà fare solo alla presenza della polizia giudiziaria. Lo scorso 17 febbraio, il generale Sanzio Bonotto, comandante del poligono, aveva disposto una ordinanza di "sgombero permanente" di persone e animali in alcuni punti del poligono indicati con precise coordinate, per consentire nuove bonifiche. Ma questa ordinanza era stata subito dopo revocata perché gli inquirenti stavano già eseguendo i loro rilievi nella zona.
6 marzo 2011
lanuovasardegna.gelocal.it/quirra
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