Roma, 04-03-2011
"Ritengo che anche in una fase di tagli alla spesa pubblica non si debba intervenire con il machete, e mettendo sullo stesso piano tutti i capitoli di spesa". Lo ha detto Giorgio Napolitano, visitando oggi pomeriggio i laboratori del Cern, il più grande centro di ricerca e sperimentazione nucleare d'Europa.
Questo deve valere anche in una fase di "restringimento della spesa pubblica dovuto ad un debito che deve essere alleggerito in tempi non troppo lunghi". Oltre ciò, ha aggiunto Napolitano, non deve "venire mai meno l'impegno del settore privato". E ad ogni modo "non possono essere sacrificati alla leggera, in modo schematico, quelli che sono investimenti sul nostro futuro".
"Non so se Galileo fosse in grado di garantire l'immediata ricaduta delle sue scoperte", ha aggiunto Napolitano, ma "pochi sono i giovani ad essere così motivati come quelli che si dedicano alla ricerca scientifica", e non aiutarli "sarebbe un delitto".
Nella comunità scientifica italiana che ruota attorno ai lavoratori di Ginevra (1.500 ricercatori su 6.000) ha fatto sensazione e desta preoccupazione la scelta del nostro Paese di ridurre nella legge Finanziaria gli stanziamenti per la ricerca e quindi anche il contributo nazionale al Cern, che è un progetto condiviso da 20 Paesi.
"Come sapete - ha detto Napolitano - io sono un presidente non esecutivo ma credo che saranno condivise da altri alcune ragioni fondamentali di sviluppo della comunità italiana che si riflettono nell'investimento per la ricerca. C'è una nostra forte ragione di sostenere il CERN e sono convinto che questo impegno non verrà meno perché occorre uno sguardo un po' più lungo e lungimirante".
"Non è retorico dire - ha concluso - che cosa si può tagliare e che cosa non si può tagliare. Ci sono voci di spesa che non possono essere sacrificate in modo schematico e alla leggera perché sono in un certo senso dei finanziamenti dati ai nostri giovani, alla scienza e al nostro futuro. Non so se sia più miope trascurare il valore in sè della scienza o sottovalutare le ricadute che le scoperte scientifiche hanno sulla nostra vita sociale. Vorrei che non fosse necessario per ottenere dei finanziamenti garantire che ci sono queste ricadute".
Dobbiamo pensare che è in gioco il ruolo dell'Italia nel mondo in una fase in cui rischia di declinare anche il ruolo mondiale dell'Europa di fronte all'avanzata nel campo della ricerca di Paesi, come quelli asiatici, da secoli ai margini dello sviluppo. Se l'Europa non vuole essere condannata a giocare un ruolo minore, il nostro patrimonio scientifico va accresciuto e questo dipende da noi".
rainews24.rai.it/napolitano
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