Il ministro dell'Istruzione a Firenze al Convitto della Calza: "La stragrande maggioranza dei professori non inculca principi contrari alla famiglia ma in una piccola parte prevale la strumentalizzazione politica"
Docenti e studenti tornano in piazza il 12 marzo per difendere la scuola pubblica, lei signor ministro cosa ne pensa? "Rispetto la libertà di manifestare, ma mi sembra strumentale visto che non c'è stato nessun attacco alla scuola pubblica" ha spiegato il ministro dell'Istruzione arrivata a Firenze per partecipare al congresso dei giovani imprenditor di Confartigianato al Convitto della Calza sul tema: "Il Paese che vogliamo. Liberi di fare impresa".
E alla domanda: davvero lei crede che nella scuola pubblica ci siano professori che vogliono inculcare principi contrari alla famiglia? il ministro ha risposto: "La stragrande maggioranza dei professori assolutamente no sappiamo quale è il valore della scuola pubblica e quello degli insegnanti, ma è anche vero che in una piccola parte dei docenti prevale la strumentalizzazione politica".
Il Governo Berlusconi inoltre sta lavorando per avvicinare il mondo della scuola a quello del lavoro e delle imprese "con un piano di riforme, ormai ben note, e con la valorizzazione dell'istruzione tecnica e professionale" ha spiegato ancora il ministro.
Il piano servirà per colmare "quel gap che Unioncamere ci comunica, cioè 110 mila posti di lavoro con profili tecnici non recuperati nella scuola, a fronte però di una disoccupazione giovanile del 28,9%", ha aggiunto.
L'incontro Renzi-Gelmini
Per il ministro è evidente che la scuola possa fare moltissimo, "il rilancio dell'istruzione tecnica e professionale va nella giusta direzione insieme anche ad altre misure che stiamo portando avanti, per esempio la riduzione degli indirizzi universitari che non producono occupazione, accanto alla formazione degli istituti tecnici superiori", il tutto per offrire al mercato profili particolarmente qualificati. "Sul piano tecnico - ha proseguito il ministro parlando con i giornalisti - per andare incontro alle esigenze del mercato del lavoro. Da qui anche una grande attenzione al tema dell'innovazione e della ricerca. E su questo abbiamo parecchie risorse". Il tutto lasciando perdere le polemiche inutili ed ideologiche "che sono figlie del secolo passato - ha concluso Gelmini - credo che possiamo dare un sostegno ai giovani e anche alla competitività del sistema Paese".
4 marzo 2011
repubblica.it/gelmini_a_firenze
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