Stefano Caldoro |
In nome dell’austerity, Caldoro nel suo primo anno di mandato, ha rescisso centinaia di contratti, mandando a casa consulenti e dirigenti a termine. Senza distinzione alcuna, pure i tecnici indispensabili al buon funzionamento della macchina: come quelli che la precedente Giunta aveva chiamato a lavorare sul Paser, un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo per oltre un miliardo. Tra questi, appunto, il “contratto di programma”, uno strumento che era stato accolto con soddisfazioni da imprese e sindacati. Tanto che i soldi, i privati ce li hanno già messi da tempo: alcune aziende hanno addirittura comprato i terreni ma, ora, non hanno più un centesimo per costruire.
Ventisette sono i progetti dichiarati ammissibili e che attendono solo l’approvazione dell’ultimo step, altri dodici aspettano addirittura solo la firma definitiva. Ma in Regione non c’è nessuno che può farlo. Lo ha ammesso candidamente lo stesso assessore di Caldoro, Sergio Vetrella, in risposta a un’interrogazione in Consiglio: “Gli incarichi dirigenziali rimasti sguarniti all’esito della revoca di conferimento del personale esterno attualmente risultano attribuiti, ad interim, al personale interno. Per poter stipulare il contratto non ci sono le persone. Ho chiesto più volte ulteriori persone”. Ma, evidentemente, non è la priorità di Caldoro, impegnato in queste settimane a spartirsi con Nicola Cosentino e soci le poltrone che contano: quelle delle aziende partecipate. La prima nomina è stata, la scorsa settimana, quella di Nello Polese, ex sindaco di Napoli vicinissimo a Caldoro, messo a capo dell’Eav, la holding di trasporti della Regione. Una scelta che ha portato alle dimissioni, per ora “congelate”, dello stesso Vetrella. Con il risultato che oggi, oltre ai tecnici per sbrigare le pratiche, manca pure l’Assessore che dovrebbe dare il via libera. Così, ad aziende come la Ferrarelle, il gruppo tessile Kiton, la Doria, il gruppo ricerche di Fiat Elasis, restano ancora a bocca asciutta assieme a migliaia di potenziali lavoratori che aspettano che i duellanti nel centrodestra campano posino le armi per avere un quadro più chiaro del loro futuro.
11 febbraio 2011
ilfattoquotidiano.it/
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