giovedì 13 gennaio 2011

WIKILEAKS- "Camorra importa cibi con batteri e veleni". La nuova rivelazione in un file Usa del 2008

A scriverlo è il console generale Usa a Napoli, J. Patrick Truhn in un dispaccio del giugno di tre anni fa pubblicato dal sito di Assange. Il diplomatico cita le affermazioni di un "comandante dei carabinieri" e traccia un quadro della criminalità organizzata: "Al Sud saltati innumerevoli investimenti"

 J. Patrick Truhn
ROMA - Il sito di Assange continua a colpire. Dopo le nuove rivelazioni pubblicate 1 ieri sull'Italia, che vanno dalla mafia fino alla minaccia dell'Afghanistan su alcune province sotto il controllo dei nostri militari, oggi tocca alla camorra. Il file pubblicato da WikiLeaks riporta quanto detto dal console generale Usa a Napoli, J. Patrick Truhn nel giugno 2008: in Campania la camorra fa affari anche con "importazioni a basso costo", che vanno "dalle mele cariche di pesticidi della Moldova al sale del Marocco infestato da E. coli", il temibile escherichia coli, con "etichette made in Campania". Nel dispaccio, il diplomatico cita le affermazioni di un "comandante dei carabinieri" di Napoli. Si parla anche dei panifici nelle mani della camorra dove si cucina il pane con materiali tossici.
Nel paragrafo in cui affronta l'impatto economico e ambientale degli interessi della camorra in Campania, il diplomatico scrive che circa "due terzi" dei panifici della regione sono in mano alla criminalità, e che cucinano il pane con materiali tossici. E che a Caserta "le fabbriche illegali che fanno mozzarella usano latte in polvere boliviano". Nel dispaccio, il diplomatico cita Roberto Saviano: "Ci ha detto che le industrie risparmiano l'80%" affidando la gestione dei rifiuti tossici alla camorra. La gran parte di queste industrie è al nord, ci ha detto".

Nello stesso file il console traccia anche un quadro della Calabria defininendola una regione "debole" oltre che
un "salasso per l'economia italiana" con una popolazione "che manca di ottimismo e che vede i politici locali come inefficaci o corrotti". Un territorio "in mano agli estorsori e ai trafficanti di droga". In quell'anno il console J. Patrick Truhn si fermò circa quattro giorni nella regione durante un viaggio lungo tutta le penisola: "La Calabria continuerà a essere una zavorra per il Paese finché il governo nazionale non dedicherà attenzione e risorse necessarie per risolvere spinosi problemi", disse al suo ritorno.

Per Trunh, infatti, oltre al "contributo (finora modesto) dei successi nell'applicazione della legge, occorre una rivoluzione nel modo in cui i calabresi stessi vedono il crimine organizzato, la corruzione e la società civile". Ci sono "pochi segnali positivi", radicati soprattutto "nei giovani". Ma più in generale, nel corso del viaggio, "abbiamo sentito sempre le stesse lamentele", si legge nel file del diplomatico.

A Vibo Valentia, ad esempio, è lo stesso prefetto della Provincia Ennio Sodano ad ammettere che "l'intera società calabrese è coinvolta nel perpetuare questa situazione. La società è indifferente". A Crotone, secondo "il presidente della Confindustria locale", "il presidente della Confindustria regionale, Umberto de Rose, non ha condotto un'opposizione forte contro i membri che pagano gli estorsori perché li considera vittime che hanno bisogno di aiuto".

Il turismo, si legge ancora nel dispaccio, "resta una delle speranze, nonostante le strutture inadeguate (la Salerno-Reggio Calabria è in costruzione da decadi e le connessioni ferroviarie, al di là della costa tirrenica, sono terribili), il degrado ambientale e il crimine organizzato". E l'anno prima, osserva Truhn, quando il console "suggerì al presidente della Provincia di Reggio Calabria di parlare con tour operator dell'industria crocieristica americana" per portare turisti "al di là dello Stretto di Messina, includendo un giorno a Reggio e forse una visita agli scavi di Locri", la risposta del presidente fu la seguente: "Cos'è un tour operator?".

Dopo il suo viaggio al sud del Paese il console commenta soprattutto la criminalità organizzata e come a causa di questa, molti investimenti americani siano saltati. "Nonostante le imprese americane stabilite nel sud (d'Italia, ndr) non si siano lamentate con il Consolato generale di Napoli della criminalità organizzata, innumerevoli potenziali investitori hanno espresso al nostro ufficio commerciale una certa riluttanza a investire per paura della mafia". Nel sud Italia, prosegue il diplomatico Usa "ci sono pochi grandi investimenti americani rispetto al resto del Paese. Alla fine, i costi della criminalità organizzata vengono avvertiti, direttamente o indirettamente, da quasi ogni cittadino italiano".

Per il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, però le informazioni di WikiLeaks sono datate e senza rilevanza attale. "Le pur rispettabili analisi contenute nei cablogrammi pubblicati da WikiLeaks sono superate dai fatti. Oggi la diplomazia statunitense scriverebbe certamente cose diverse", riferisce Lombado. Nei file si riportano anche critiche al presidente Lombardo che non avrebbe dedicato sufficiente tempo ai diplomatici Usa. "Di sicuro - ricorda Lombardo - le relazioni sono ottime e lo dimostrano sia la visita a Palazzo d'Orleans del Console generale degli Stati Uniti a Napoli, Donald Moore, sia il mio recentessimo incontro a Roma con l'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America, David Thorne".

13 gennaio 2011

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