martedì 25 gennaio 2011

Pdl contro Emma Marcegaglia. Fini: "No a presunzione di impunità"

Il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto: "Sa benissimo che non esistono possibilita' in questo momento di un governo che possa fare riforme radicali''. E il Giornale la chiama "la maestrina". Casini: "Con Il Pdl al governo ma senza Berlusconi". I pasdaran del premier: "Solo un sogno". D'Alema: "Ipotesi irrealistica"

ROMA - Il Pdl attacca la Marcegaglia "colpevole di aver criticato Berlusconi e Gianfranco Fini torna all'attacco del suo ex alleato. Lo scontro sul caso Ruby e sul premier è ancora caldissimo e il presidente della Camera non si tira indietro e spara: "Va bene la presunzione di innocenza ma che non sia presunzione di impunità".   "Credo - aggiunge - che il presidente Marcegaglia sia stato molto chiaro e non so se qualche solerte gazzettiere di Berlusconi gli abbia detto anche questa volta che si tratta di un complotto: una volta sono i magistrati, una volta sono gli alleati, domani magari saranno gli imprenditori". "Ma non è così - sottolinea ancora Fini - la Marcegaglia ha detto la verità".

Dall'altra sponda, invece, Guido Crosetto prende di mira la presidente di Confindustria: "Capisco che per Emma Marcegaglia e per Confindustria il momento sia molto difficile, Marchionne ne ha certificato l'inutilità''. Cosi' il sottosegretario alla Difesa, ai microfoni di Radio Popolare, commenta l'intervista della presidente di Confindustria 1, ieri sera a Che tempo che fa. ''Marcegaglia dovrebbe dire cosa vuole e come vuole farlo - prosegue Crosetto - Dire che in poche settimane si devono fare le riforme e' un ritornello banale con cui lancia dei messaggi ai suoi associati per non perdere peso. Sa benissimo lei per prima che non esistono possibilita' in questo momento di un governo che possa fare riforme radicali''. ''C'e' un progetto piu' ampio - conclude Crosetto - di un gruppo di cui Marcegaglia fa parte, per cui l'importante e' togliere di mezzo Berlusconi''.
Pdl contro Emma Marcegaglia. Fini: "No a presunzione di impunità"

Nuovi affondi arrivano anche dalla stampa berlusconiana. Si distingue il Giornale che definisce la Marcegaglia "una maestrina" che parla "per nascondere il suo fallimento".

La frecciata della Cgil
. "Da tempo che diciamo che questo governo non sta facendo nulla per il lavoro e che se non è in grado di cambiare l'agenda è meglio che se ne vada - commenta il segretario Susanna Camusso - Se mai è qualcun altro che arriva alle conclusioni a cui noi siamo arrivati da tempo. Se altri condividono ben venga".
 
Porte chiuse a Casini.
Altra questione aperta è quella della proposta, avanzata dalle colonne della Stampa, dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Siamo disponibili ad un governo con il Pdl ma senza Berlusconi". Un'apertura che trova il secco no del fedelissimi del premier. Da Rotondi alla Gelmini, da Gasparri a Cicchitto a Bondi il ritornello è identico: "Il Cavaliere non si tocca". E Ignazio La Russa rincara: "Casini è destinato a restare all'opposizione". Porte chiuse anche dal Pd. "Non mi sembra realistica l'idea proposta da Casini - dice Massimo D'Alema - Sarebbe un passo avanti perchè il peso delle questioni personali di Berlusconi è tale da condizionare negativamente la vita politica italiana". L'ex ministro, invece, punta ad un governo "che chiamerei costituente in grado di affrontare alcune grandi questioni e alcune grandi riforme di cui si parla da tantissimi anni ma non si fanno mai".

Fini: "Tempo è galantuomo". Casini, incassa il rifiuto del Pdl e replica: "Il Pdl è sempre di più un partito chiuso a riccio a difesa di Berlusconi e non "ha a cuore l'unità dei moderati né il destino del Paese". Tasto su cui è tornato a battere oggi anche il presidente della Camera. L'Italia, ha detto Fini, ha bisogno di un altro centrodestra che abbia "senso dello Stato e rispetto per le istituzioni". "Io credo - ha aggiunto il leader di Fli - che sia profondamente sbagliato come in molte circostanze fa il presidente del consiglio scagliarsi contro tutte quelle istituzioni che in ragione dell'autonomia di cui godono non sempre si trovano ad avere posizioni coincidenti con quelle dell'esecutivo". "Il tempo è galantuomo - continua il leader di Fli - sono passati pochi mesi per capire che le critiche fatte dall'interno del Pdl non erano un fatto personale ma erano fondate". Quanto allo specifico del caso Ruby, Fini non ha voluto commentare. "Della vicenda non ne parlo, ma prima viene archiviata meglio è, e l'unico modo per farlo è che la magistratura vada avanti: facciano ciò che devono fare accertino quel che è accaduto".
(24 gennaio 2011)

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