martedì 18 gennaio 2011

LA PASQUINO: "RUBY MI DISSE:HO FATTO SESSO CON SILVIO"


MILANO - «Ruby mi disse di aver fatto sesso» con il premier Silvio Berlusconi. È quanto risulta dai verbali contenuti nell'invito a comparire inviato al premier dalla procura di Milano. A parlare è Caterina Pasquino, la donna che ha denunciato la giovane marocchina per il furto di 3mila euro e di alcuni oggetti in oro. Alla donna gli inquirenti chiedono di dire se, durante il periodo in cui ha conosciuto e frequentato Ruby, la minorenne marocchina le avesse raccontato di alcune sue amicizie con gente famosa. «Ricordo che diceva - risponde la donna - di essere molto amica del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il quale, a suo dire, è stata spesso a casa del premier dove ha cenato, ballato e fatto sesso con lui, il quale le dava molto denaro».

TUMINI: NON SAPEVO FOSSE UNA FESTA Per ora non intende prendere posizione ma non vuole essere strumentalizzata. «Parlerò nelle sedi opportune. Aspetto anche di vedere come si porrà Berlusconi. Io ho solo partecipato a una cena, non sapevo nemmeno fosse una festa». È quanto si è limitata a dire Melania Tumini, l'amica riminese di Nicole Minetti, intercettata al telefono mentre raccontava a un'amica di una serata passata ad Arcore assieme a Berlusconi. Conversazione finita nel faldone inviato dai pm milanesi a Roma per chiedere alla Camera l'autorizzazione a procedere contro il premier. La giovane ha frequentato il liceo classico Giulio Cesare a Rimini insieme alla Minetti. Poi si è laureata in legge e ora sta studiando economia. Raggiunta al telefono dall'ANSA, non ha voluto approfondire la vicenda in attesa degli sviluppi giudiziari. «In questa fase per rispetto del lavoro che stanno svolgendo, anche se mi rendo conto dei possibili risvolti, non mi sento di prendere posizione, non mi interessa farlo - ha spiegato - Certo non mi fa piacere vedermi attribuite diverse cose. Sto valutando l'idea di dare una mia versione dei fatti, una smentita o conferma». E ha aggiunto: «Ci sono aspetti che vanno chiariti, la mia posizione è serena, ma non mi sono rivolta a un avvocato. Non voglio essere strumentalizzata. Parlerò nelle sedi opportune. Aspetto anche di vedere come si porrà Berlusconi». E intanto ha ridimensionato l'amicizia con la consigliera del Pdl lombardo: «Anche sull'amicizia con la Minetti - ha precisato - ci sarebbero cose da chiarire. Un conto è l'amicizia del liceo, lasciata nel dimenticatoio, eravamo quasi bambini e poi i rapporti si erano molto allentati. Abbiamo fatto il liceo insieme. Questo sì, basta».

PREMIER INVITAVA RAGAZZE Era anche Silvio Berlusconi a contattare le ragazze e a invitarle direttamente alle serate nella sua villa ad Arcore. È quanto emerge dagli atti che i pm di Milano che indagano sul caso Ruby hanno allegato alla richiesta di autorizzazione a procedere alla perquisizione degli uffici di Giuseppe Spinelli, uomo di fiducia del premier e che si sarebbe occupato delle spese e dei compensi delle giovani. Inquirenti e investigatori nelle carte ricostruiscono, tra le tante, anche la serata del 26 settembre scorso a Villa San Martino alla quale hanno partecipato 12 ragazze e un giornalista di Mediaset. «L'invito a partecipare alla cena - si legge nel documento - è giunto da Silvio Berlusconi che contatta o viene contattato dalle ragazze, invitandole direttamente o tramite alcune di loro (nel caso specifico gli 'invitì sono stati formalizzati nel corso di una cena svoltasi il 25.09.2010 ad Arcore)».

IONA VISAN UNA SETTIMANA AD ARCORE Le ragazze si trattenevano ad Arcore una sera, tutta la notte, ma anche un'intera settimana. È il caso di Ioana Visan, tra le giovani domiciliate a Milano 2 in via dell'Olgettina 65, il cui appartamento è stato perquisito nei giorni scorsi. La sua utenza, scrivono i pm negli atti allegati all'invito a comparire a Silvio Berlusconi, «sia nell'anno 2009 che nel 2010 spesso e per consistenti periodi di tempo ha attinto a celle dislocate a Arcore». Nel 2010, per esempio, il suo cellulare viene rilevato ad Arcore per un'intera settimana «dal primo all'8 gennaio». Poi «dal 6 al 7 febbraio, l'8 e il 9 febbraio; il 15 , il 20 e il 21 febbraio; il 7 e l'8 marzo; dal 13 al 15 marzo; il 21 e 22 marzo; il 28 e il 29 marzo; dal 4 al 6 aprile; il 10 e l'11 aprile; il 18 aprile; il 25 aprile; il 2 e 3 maggio; il 9 e 10 maggio, il 15 e 16 maggio; il 18 maggio, il 30 maggio; il 4 e il 5 luglio; il 12 e 13 luglio; 8 e 9 agosto; dal 10 al 14 agosto; dal 23 al 25 agosto; il 19 settembre e il 26 settembre».

FAGGIOLI: LUI DICEVA 'HO LA BUA' Gande importanza nell'inchiesta sul caso Ruby hanno le intercettazioni avvenute tra due donne della corte del premier: Nicole Minetti e Barbara Faggioli, frequentatrici delle feste ad Arcore. Secondo le conversazioni pubblicate da L'Unità, le due donne si sarebbero lamentate di essere pagate troppo poco. Barbara si sfoga con Nicole: «...ma basta ma che siamo sceme...ma oggi mi ha sgridato, oggi proprio ne parlavo con mio padre ..mio padre proprio ..ehhh però basta con ste stronzate si il lavoro verrà come ha aiutato le altre aiuterà pure te ...ma ascolta ma (incomprensibile) mi ha detto: sei da 17 anni appresso le vuoi realmente bene ti sei vista passare davanti e questa e l’altra e Giada, Isabella e Cristina ha detto..ma svegliati!». E aggiunge:« Mi ha detto anche perché se cambi idea e non vuoi più fare quel lavoro cioè se metti qualsiasi cosa succeda .. ce l'hai la vendi parti te ne vai da qualsiasi altra parte». L'amica le dà ragione e in un'intercettazione di qualche giorno dopo (9 ottobre scorso) le due donne tornano a parlare dello stesso argomento.
Barbara: «Dai adesso mi rimangono 1000 euro, qiundi devo far cassa! Per forza!»
Nicole: «La vedo buia sto week end»
Barbara: «Perché devo pagare, devo pagare 100 euro in palestra. Devo pagare le lezioni, non le ho ancora pagate».
Infine, nell'intercettazione dell'11 ottobre, Barbara sembra meno scontenta.
Barbara: «L'ho sentito, mi ha chiamato mi ha detto che sei passata a salutarlo»
Nicole: «Mh, mh»
Faggioli: «Si è messo un po’ a ridere era simpatico oggi»
Minetti: «Si?»
Barbara: «Si carinìssimo: “Ho la bua” faceva (ride) “ho la bua” (ride), “ho la bua”
Nicole: «Sì?»
Barbara: «Sì, mi raccontava un po’ mi ha detto che ci sentiamo dopo domani».
A FEDE PARTE DEL PRESTITO A MORA «E Fede si tenne una parte del prestito a Lele Mora». Questo il titolo in prima pagina di un articolo del Corriere della Sera, i cui contenuti sono anche riferiti da Repubblica. Nelle intercettazioni tra Emilio Fede e Lele Mora sembra di capire che il direttore del TG4 abbia caldeggiato il prestito di Berlusconi a Mora trattenendo un terzo della somma all'insaputa del premier. L'intercettazione risale al 22 agosto 2010. Al telefono con Mora, Fede dice: «Lele, studiamo insieme...Gli dico: senti, ho visto Lele, non sta bene ed è preoccupato, forse credo che una mano bisognerebbe dargliela... Quest'uomo c'ha dato tutto ed è quello che ci ha dato soprattutto la riservatezza... lui rischia la bancarotta... allora diventa peggio il problema». A Berlusconi, Fede stabilisce con Mora che chiederà «uno e due, di cui 100 (Mora) li dà a me in due rate che ho prestato 50 e 50, capito? Vuol dire che possono diventare uno e mezzo: io ne prendo quattro e tu otto, va bene?».

RUBY CHIEDEVA SOLDI ANCHE A SPINELLI Karima Ruby el Mahroug chiedeva i soldi anche al tesoriere di Berlusconi, Giuseppe Spinelli, con il quale si è incontrato almeno in un'occasione. È quanto si evince da alcune intercettazioni trascritte dalla Procura di Milano negli atti trasmessi alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera con i quali i Pm chiedono di poter perquisire gli uffici di Spinelli. Ruby telefona più di una volta al contabile spiegando di essere «nella merda» e di avere bisogno di denaro. Anche dopo che ormai il suo 'casò è esploso sui giornali. In una conversazione la giovane donna chiede a Spinelli «solamente 5 mila euro» e racconta di aver «cercato di chiamare Villa Grazioli e San Martino» per tentare di parlare con Berlusconi. Spinelli ascolta, poi risponde che ne avrebbe parlato con il Cavaliere il più presto possibile. Alla fine si incontra con lei a Milano 2, presumibilmente - secondo i pm - per consegnarle dei soldi.

FERRIGNO: PUTTANELLA ESTERREFATTA «Pensavo fosse una cena pulita, no invece, quella mi chiamava, pur essendo lei una puttanella è rimasta esterrefatta quando stavano tutte discinte con le mutande, mezze ubriache, in braccio a Berlusconi e se le baciava tutte, queste venti, tra cui la Minetti». Così l'ex prefetto Carlo Ferrigno riferisce in una intercettazione, contenuta negli atti della procura di Milano dell'invito a comparire per Berlusconi, la serata ad Arcore a cui lui aveva inviato Maria Makdoum. «L'avevo fatta andare lì da Lele Mora», spiega Ferrigno e poichè è «mezza araba» le hanno fatto fare la danza del ventre. «Pensa un pò - aggiunge Ferrigno al suo interlocutore - che fa questo signore...».

PM: GIOVANI PROSTITUITE "Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest'ultimo". Ma non solo: ci sono »ampi riscontri investigativi« sul fatto che alcune di loro hanno avuto "la disponibilità gratuita" di una casa nel residence Olgettina a Milano 2, dove vivono starlette e letterine. Le carte dell'inchiesta della procura di Milano, arrivate alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera che deve decidere se consentire o meno la perquisizione degli uffici di Giuseppe Spinelli, uomo di fiducia di Berlusconi, sono in netto contrasto con quanto detto ieri nel videomessaggio dal premier. Ma i pm sono convinti che nelle 389 pagine di allegati ci sia la prova che il Cavaliere avrebbe pagato le ragazze per le prestazioni sessuali che si sarebbero tenute ad Arcore. E vanno avanti "in piena serenità - come ha detto il procuratore Edmondo Bruti Liberati - nel saldo riferimento ai principi costituzionali dell'uguaglianza di tutti davanti alla legge, dell'obbligatorietà dell'azione penale, della presunzione di non colpevolezza".

"UN PUTTANAIO" Ma cosa accadde nelle notti di Arcore?. Lo spiegano le parole delle protagoniste filtrate attraverso i racconti di chi ha letto gli allegati alla richiesta di autorizzazione. Un "puttanaio", dove »o sei pronta a tutto oppure prendi il taxi e te ne vai«. Serate »allucinanti« con il premier chiamato »amore« o »tesorino« da tutte le ragazze, in cui »non puoi nemmeno immaginare quel che avviene« fino alle due del mattino. Parole che vanno prese con il beneficio del dubbio, almeno finchè non si conoscerà l'intero contenuto degli atti, e che comunque sembrerebbero confermare quello che i pm scrivono nella stessa richiesta di autorizzazione: Nicole Minetti, in concorso con Emilio Fede, Lele Mora e altri soggetti - oggi si è saputo che la procura milanese ha iscritto altre tre persone nel registro degli indagati - hanno »continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione« di maggiorenni e anche dell'allora minorenne Ruby, »individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne che si sono prostituite con Silvio Berlusconi«. Ed è proprio Ruby a dare ai magistrati un altro elemento che i pm ritengono fondamentale: il Cavaliere sarebbe stato a conoscenza del fatto che la marocchina era minorenne. »Non siamo preoccupati - dice infatti in un'intercettazione con Sergio Corsaro, suo ex fidanzato, che sarebbe avvenuta tra il 26 e il 28 ottobre del 2010 - perchè Silvio mi chiama di continuo. Mi ha detto 'cerca di passare per pazza, racconta cazzate. Ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l'importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessunò.«. Per questo davanti ai pm, dice Ruby in un'altra telefonata con una certa Poiana, »ho negato tutto« perchè »sto cercando di salvaguardare lui, così a me torna in tasca qualcosa«. Quanto? »5 milioni« afferma Ruby stavolta alla madre di Corsaro. Perchè »il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando quello della D'Addario e della Letizia«. La escort barese e la giovane di Casoria che per il premier, secondo Ruby, è »la pupilla«. Mentre lei è »il culo«.

"PRONTA A TUTTO" A raccontare le feste, sempre stando ai racconti di chi ha letto le carte, è invece T.M., l'amica di Nicole Minetti, di Rimini, che definisce quelle serate »desolanti«. »È allucinante - racconta la ragazza ad un'amica, B.V. - ...nei giornali dicono molto meno della verità anche quando lo massacrano. O sei pronta a tutto o prendi il taxi e vai via«. Si arriva e si entra »senza alcun tipo di controllo« e lì si finisce in »un'orgia, mettevano le mani in mezzo alle gambe a molte ragazze«. E poi: »Si avvicinavano a gruppi di tre per farsi toccare da lui. Vi erano anche travestimenti e spogliarelli«. Fino a quando »alla fine del bunga bunga il presidente sceglieva chi far dormire con lui«. Tra le carte spunta anche un'intercettazione tra Nicole Minetti ed Emilio Fede. »Rapporti orali a 300 euro. La notte a 300 euro - dice l'igenista mentale del premier - Maristelle l'ha dovuta allontanare. Lavorava con uomini che vomitavano in macchina. L'hanno trovata con droga e un coltello«. E Fede aggiunge di aver pagato di tasca sua »10mila euro« ad una ragazza perch‚ »aveva delle fotografie scattate con il telefonino« e »aveva bisogno di soldi«. Ma ci sono anche persone estranee che parlano delle notti di Arcore. Una è la deputata del Pdl, Maria Rosaria Rossi. »Ma tu stai venendo qui?« chiede ad Fede, che risponde che ci sarà non prima delle 21, con »due amiche mie«. »Che palle che sei - prosegue la deputata - quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto«. L'altro Carlo Ferrigno, prefetto di Napoli dal 2000 al 2003. Il 29 settembre racconta in una telefonata ad un altro uomo che »c'erano orge li dentro« ma »non con droga, non mi risulta«. Prosegue il prefetto: »Bevevano tutte mezze discinte. Berlusconi si Š messo a cantare e a raccontare barzellette. Loro tre (Berlusconi, Mora e Fede) e 28 ragazze. Tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto, solo le mutandine strette...«. »Capito? - aggiunge Ferrigno, sempre secondo quanto riferisce chi ha letto le carte -. Bella roba, tutta la sera...«.

"LELE MORA CONOSCEVA LA MIA ETÀ" Ruby afferma in un'intervista a Vanity Fair che Lele Mora era consapevole della sua vera età. Solo fino alla presunta prima visita ad Arcore, quella del 14 febbraio 2010, Mora, racconta la ragazza al settimanale, ne era all'oscuro: «Gli avevo detto che avevo 18 anni. La verità l'ha scoperta dopo il 14 febbraio. Al presidente avevo detto di avere 24 anni, Lele lo ha saputo, mi ha chiamato per capire com'era davvero la storia e io ho confessato di avergli detto una bugia sulla mia età. Lui mi ha detto che lo avevo deluso. Si è arrabbiato e mi ha mandato via». Poche settimane dopo, però, ci fu un incontro chiarificatore fra l'agente e la ragazza. «Lele mi ha spiegato che ci aveva pensato e che l'idea che una ragazzina di diciassette anni stesse in mezzo a tutti quei porci lo faceva star male. Lo disse indicando col braccio la gente lì attorno, intendeva quell' ambiente. Poi ha aggiunto che mi avrebbe preso in affidamento, cosa che ha davvero cercato di fare proponendolo a sua figlia. Mi si presentava davanti un futuro migliore, potevo entrare in una famiglia. Ho detto va bene».

"HO CHIESTO A SILVIO 5 MILIONI" Si vanta di conoscere molto bene 'Silviò, che in una telefonata con il padre chiama anche 'Gesu«, e spiega di aver voluto trarre profitto dalla vicenda giudiziaria che ora vede il premier imputato dalla Procura di Milano per il reato di concussione e di prostituzione minorile. Così, Karima el Mahroug, al secolo 'Ruby', racconta in una telefonata alla madre di un suo ex fidanzato, Sergio Corsaro che il suo »caso è quello che spaventa tutti e che sta superando quello della D'Addario e della Letizia«. »Io - insiste al telefono - ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni«. »Cinque milioni - ripete - a confronto del macchiamento del mio nome...' Il quadro che esce dalle intercettazioni trascritte dai Pm milanesi negli atti trasmessi alla Giunta della Camera per chiedere l'autorizzazione a perquisire gli uffici del contabile del premier, Giuseppe Spinelli, è quello di una giovane donna per nulla spaventata dell' 'affairè in cui è ora coinvolta e che preoccupa non poco il governo. E 'Silviò, si legge sempre nella 'versione di Ruby' raccolta dalle toghe di Milano, non le avrebbe detto di 'nò. Anzi. «Silvio - assicura la giovane marocchina parlando stavolta direttamente con Sergio Corsaro - mi chiama di continuo e mi ha detto 'Cerca di passare per pazza, racconta cazzatè». Poi, un'altra volta ribadisce: «Mi ha chiamato dicendomi 'Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l'importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessuno». Lei, in queste telefonate intercettate tra il 26 e il 28 ottobre scorso, fa capire, tra le altre cose, di non essere proprio un'ingenua presa alla sprovvista. Come riferisce anche al padre. «Mi ha chiamato lui, Gesù - racconta ancora Ruby parlando sempre del premier - e mi ha detto» che «ha saputo che ho scritto delle cose». «Io però - lo rassicura - ne ho nascoste tantissime...». E prosegue: «Silvio ha detto al suo avvocato: 'Dille che le pagherò il prezzo che vuole. L'importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto... che io non ho mai visto una ragazza di 17 anni». Lei però continua a parlare. Almeno per telefono. Mentre la Procura di Milano intercetta. E andando avanti nella lettura delle sue intercettazioni esce fuori una confessione 'hard' al padre e un tentativo di 'salvarè il Cavaliere. «Noemi è la pupilla - confessa al genitore probabilmente riferendosi alla napoletana Noemi Letizia - e io sono il culo...». Poi, per quanto riguarda il 'salvataggiò del premier, ammette con l'amica Poiana di frequentare le residenze del presidente del Consiglio da quando lei ha «16 anni». Ma di aver sempre negato tutto per 'salvaguardarlò. Infatti, sempre a Poiana, spiega di aver mentito sostenendo che Berlusconi sapesse che lei aveva 24 anni e che poi dopo aver scoperto che lei era in realtà minorenne lui l'avesse «buttata fuori di casa». «Io sto cercando di salvaguardare lui - conclude - così a me torna in tasca qualcosa...».

"IN CASA SENZA CONTROLLI": IL COPASIR INDAGA Più che il bunga bunga ai membri di opposizione del Copasir interessa il facile accesso alla casa del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per le decine di ragazze di cui si parla nell'inchiesta della procura di Milano. «Siamo entrate senza alcun tipo di controllo. È molto semplice. Dai il tuo nome al citofono ed entri», si legge in una intercettazione. «Il premier - insorge Ettore Rosato (Pd) - è ricattabile: venga a riferire al Copasir sulla sua sicurezza personale». Intanto, alcune domande saranno fatte giovedì prossimo al sottosegretario Gianni Letta nell'audizione in programma al Comitato. È da tempo che il presidente del Copasir Massimo D'Alema chiede che Berlusconi «come prevede la legge» sia ascoltato dal Comitato e nei giorni scorsi ha anche annunciato che, se dovesse continuare a sottrarsi, solleverà il problema in Parlamento con una mozione o risoluzione. Una richiesta che oggi ribadisce Rosato. «Gli interessi del Paese - spiega il deputato Pd - sono messi in discussione dagli atteggiamenti ingiustificabili del premier: ora più che mai deve riferire al Copasir sulla sua sicurezza personale». Si parla, osserva, «di ragazze che entrano nella residenza di Berlusconi senza alcun controllo. Questo è gravissimo a prescindere da considerazioni etiche o morali, perchè espone il presidente del Consiglio al rischio di ricatti: tra quelle signorine potrebbe infatti esserci anche qualche spia inviata da servizi segreti di Paesi stranieri». Sul tema sicurezza del premier, Letta ha inviato ai primi di dicembre al Copasir una relazione di poche pagine in cui viene illustrata la modalità di svolgimento del servizio di protezione, curato dall'Aisi, il servizio segreto interno guidato dal generale Giorgio Piccirillo. Si tratta di un dispositivo complesso che assicura la tutela di Berlusconi in ogni suo spostamento e nelle permanenze nelle sue case, considerate 'sedi del Governò, formato da una trentina di uomini suddivisi in due turni settimanali, in parte provenienti dai reparti speciali, come Gis e Nocs. Il 19 settembre 2008 la responsabilità della sicurezza del premier è stata attribuita all'Aisi. In precedenza gli 'angeli custodì di Berlusconi facevano capo al Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza). La relazione di Letta, disse D'Alema, «meriterebbe un approfondimento anche attraverso le audizioni dei Letta e dei vertici dei servizi». Anche per Rosato, il documento del sottosegretario «non è sufficiente. Le procedure che regolano la sicurezza di Berlusconi - aggiunge - sono sicuramente corrette, ma se non vengono rispettate dal presidente, come appare evidente dalle ultime vicende, c'è un problema e giovedì chiederemo conto anche di questo a Letta che verrà in audizione».
 Martedì 18 Gennaio 2011

1 commento:

  1. Romania is a mafia state with not working administration governed by organized crime.

    Human trafficking in Romania is a state policy and a modern retail which feed corruption and organized crime. Organized crime is constantly looking for legitimate business that could be used as a cover.Behind such companies, actually hiding network specializing in recruitment of girls who end up prostitute.
    These companies are used as a mask, to support illegal activities, to wash the money, but also because leaders mobs to be seen as successful entrepreneurs.
    Besides these companies, strongly related with them, in the town of Curtea de Arges (Romania) exist more mafia groups(indestructible mafia groups) which with the complicity of local taxi drivers, recruit, transport, and place girls to practice prostitution, girls which later are trafficked external.
    According to data held by the Italian authorities in Roma 85% of prostitutes are romanian woman. In Milano eight of ten prostitutes which practice “job” in Milano are romanian woman including Ioana Visan, Berlusconi's hooker from Curtea de Arges (Curtea de Arges, pimps factory from Romania, manager: local corrupt police ) arrived in Italy by prostitution networks from Curtea de Arges
    Cars of the pimps from Curtea de Arges who recruit girls from prostitution and customers for them: B-14-WXH (prostitute-pimp who was married with Caroli Pici, said Loti, a member of a criminal gang George Nan by world involved in human trafficking, kidnappings, usury and murders, thefts from apartments, and car thefts, and that on the June 20, 2004 abducted and kidnapped Anna Maria Valdata, the italian wife of a tycoon for which demanded a ransom of 1 million euros http://www.independent.co.uk/news/world/europe/nightmare-of-kidnapping-returns-to-italy-as-millionaires-wife-is-held-733071.html http://ziare.zaraf.ro/articol8544/RAPITORUL-MILIARDAREI-INFRACTOR-INTERNATIONAL.htm http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001025842 ) and B-34-TND (pimp - one of the mob leaders from Curtea de Arges)
    About the pimp Caroli Pici, nick Loti and local corrupt police:
    http://www.ziarulprofit.ro/archives/6159
    http://www.ziarulprofit.ro/archives/10990

    ...in Denmark, Romania is the country with the most prostitutes and according to Europol, Eurojust, The Times, CNN, the first exporter of prostitution in Europe is Romania.

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