Dalla De Vivo a Began. Dalla Montereale alla famiglia di Noemi. Gli inquirenti sospettano che le frequentazioni femminili del premier portino a relazioni pericolose. Dalla Campania alla Calabria
Eleonora De Vivo, famosa per essere insieme alla gemella Imma la "portafortuna" di Silvio Berlusconi, venerdì scorso si è svegliata presto, tirata giù dal letto dalle forze dell'ordine spedite dai pm di Milano a perquisire la sua abitazione. L'ex naufraga dell'"Isola dei Famosi" è coinvolta con la sorella e altre nove ragazze nel Rubygate, perché il suo nome appare come beneficiario di un appartamento nell'ormai celebre condominio di Milano 2, a via Olgettina 65, dove vivono altre favorite dell'harem del premier. La polizia, però, non ha bussato a quella porta, ma è andata dritta a Napoli. Non a Bagnoli, dove la show-girl è residente, ma a via Luca Giordano. Eleonora, al Vomero, ci vive infatti da anni. Insieme al compagno Massimo Grasso, imprenditore di successo ed ex consigliere comunale di Forza Italia, attualmente indagato per associazione a delinquere di stampo camorristico.
I poliziotti sono stati gentili, hanno sequestrato carte e computer portatili, e sono andati via. Erano certi che Eleonora fosse lì, e che insieme a lei avrebbero trovato anche il convivente, dal momento che è agli arresti domicilari. Sapevano pure che la casa è di proprietà di una società (Le Mimose) sotto sequestro nell'ambito di un'inchiesta antimafia. La stessa mattina Grasso, coincidenza, aveva un'udienza nel maxiprocesso che lo vede coinvolto con familiari e soci in affari. Tutti finiti alla sbarra dopo un'inchiesta della Dda di Napoli che ha scoperto come vari clan della camorra - Casalesi in primis - attraverso le aziende guidate da Renato Grasso (fratello di Massimo) siano riusciti a mettere le mani sul business miliardario dei videopoker e delle new slot in tutta la Campania.
La "malattia", come ha definito la satrapia di Berlusconi l'ex moglie Veronica Lario, ha molte controindicazioni. Le notti spericolate hanno procurato al Cavaliere un avviso di garanzia per sfruttamento della prostituzione minorile, il ludibrio e lo sgomento da parte della Chiesa e dei giornali internazionali, la dissoluzione della dignità della carica istituzionale ricoperta. Ma non è tutto. Nel via vai di ragazze che da anni accompagna le serate del presidente del Consiglio possono infiltrarsi anche signorine con frequentazioni poco raccomandabili. Persone che, venute in possesso di informazioni delicate sulla vita privata di una delle massime istituzioni del Paese, potrebbero poi esercitare pressioni, chiedere piaceri, ricattare. Il caso della gemellina De Vivo è solo un esempio dei rischi che corre Berlusconi: non è la prima volta che l'ombra della criminalità organizzata (non solo camorra, ma anche 'ndrangheta, Cosa nostra e mafia pugliese) ha sfiorato i protagonisti dei festini presidenziali.
Ilda Boccassini è, in primis, titolare - oltre all'inchiesta sulla prostituzione minorile a carico di Berlusconi, Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede - di un altro fascicolo scottante. Un filone della grande inchiesta sulle cosche della 'ndrangheta in Lombardia che lo scorso luglio portò in carcere centinaia di persone. A "L'espresso" risulta che in alcune informative sugli affari delle cosche calabresi venga citato più volte il nome di Lele Mora, forse anello di congiunzione tra l'inchiesta sulle serate allegre di Berlusconi e quella sulla 'ndrangheta al Nord. Le indagini sono ancora in corso, gli accertamenti per definire la reale natura del rapporto tra l'agente delle star (condannato in passato per spaccio di droga, attualmente sotto inchiesta anche per bancarotta) e alcuni boss indagati non sono ancora conclusi. Ma nell'entourage di Palazzo Chigi la preoccupazione è palpabile. E invita a rileggere la dichiarazione che Berlusconi fece a novembre, appena scoppiato lo scandalo Ruby, per rintuzzare gli attacchi politici e della stampa. "Nessuno può negare", spiegò, "che alcune delle cose che accadono siano una vendetta della malavita".
Anche a Napoli, dove tutto iniziò con la partecipazione del Cavaliere alla festa dei 18 anni di Noemi Letizia, non è facile destreggiarsi tra le frequentazioni. Il parterre femminile partenopeo al premier è sempre piaciuto. A parte le gemelline De Vivo, buone amiche di Nicola Cosentino (il coordinatore regionale del Pdl indagato per 416 bis), sono tante le Papi Girls finite nel suo giro: Francesca Pascale, presentata nei giorni scorsi come presunta fidanzata ufficiale (il suo referente è il presidente Luigi Cesaro, indagato anche lui dalla Dda di Napoli); l'attrice Elena Russo; il neo assessore Giovanna Del Giudice; la deputata Nunzia De Girolamo; la cofondatrice del comitato "Silvio ci manchi", Eleonora Romano.20 gennaio 2011
L'espresso
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