martedì 18 gennaio 2011

Frodi alimentari, Calderoli NON ha cancellato la legge

Un equivoco giuridico svelato da Il Fatto Alimentare. La legge 283/1962 è salva.

Le legge contro la sofisticazione alimentare, quella che punisce i reati per le mozzarelle blu o le carni alla diossina, è salva. Il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, non l’ha cancellata.


Il “caso”, o meglio l'equivoco, scoppia nei giorni scorsi, quando i principali media italiani (Il Corriere della Sera, La Repubblica, il Tg de La7) riportano appunto che la legge 283 del 1962 - lo strumento più noto e diffuso per sanzionare in sede penale gli illeciti alimentari - sarebbe stata cancellata dall’entrata in vigore del provvedimento "taglia-leggi" (la numero 246 del 28 novembre 2005) che porta la firma di Roberto Calderoli.

L'equivoco
Il provvedimento, nato per semplificare l'ordinamento giuridico, "cancella" una serie di norme, risalenti a prima del 1970.
Tra queste, però, non c'è la legge che tutela i consumatori dalle frodi alimentari. Lo svela Il Fatto Alimentare, sito specializzato in materia.
Il Fatto Alimentare: "La legge è salva"
“Una lettura distratta – scrive la testata - delle norme in tema di semplificazione potrebbe in effetti portare a credere che anche la legge 283 del 1962 sia stata ‘spazzata via’, ma grazie al cielo non è così”.

La legge-delega per la semplificazione esclude infatti dall’abrogazione, in linea di principio, tutti i provvedimenti che rechino in epigrafe la dicitura "codice" o " testo unico" (legge 246/05, articolo 14, comma 17).

Tra questi provvedimenti si iscrive a pieno titolo anche la legge 283/1962, rubricata come “la disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande”, meglio conosciuta come la legge sui cibi adulterati. “A dispetto di quanto riportato su vari siti e giornali, rimane dunque in pieno vigore l’articolo 5 della legge in questione”: conclude Il Fatto Alimentare.

Il direttore La Pira: "Assurdo che manchino notizie e smentite"
"E' assurdo che una notizia di questa portata non sia stata verificata prima di essere pubblicata": commenta a Ilsalvagente.it Roberto La Pira, direttore de Il Fatto Alimentare.

"Molte testate si sono limitate a riportare la notizia, pubblicata da fonti generalmente attendibili, ma senza verificare come ci si aspetterebbe in casi del genere".
Come non bastasse, prosegue La Pira, "trovo grave che chi di dovere non abbia smentito con forza la notizia".
Ultimo aggiornamento: 17/01/11

ilsalvagente.it

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