Decine di vittime ad Alessandria e al Cairo, anche due bimbi. El Baradei: Mubarak se ne deve andare.
Nuovi scontri in Egitto e altri morti nel giorno in cui il governo si è dimesso. Dopo Il Cairo anche ad Alessandria i manifestanti sono in piazza. La tv satellitare araba al Jazeera sostiene che il suo corrispondente ha visto oggi più di 20 cadaveri di manifestanti ad Alessandria, mentre fonti ospedaliere riferiscono che 30 cadaveri, tra cui quelli di due bambini di 4 e 7 anni, sono stati portati ieri all'ospedale El Damardash del Cairo in seguito ai disordini di ieri. Il tutto mentre si rincorrono le voci sui morti da martedì scorso, giorno d'inizio della protesta, a oggi: secondo al Jazeera sono oltre 50, fi cui 5 nelle ultime ore, ma secondo fonti giornalistiche le vittime sarebbero molte di più. Intanto, mentre le forze armate hanno «invitato i cittadini ad evitare assembramenti e a rispettare il coprifuoco», nuove manifestazioni sono in atto in tutto il Paese anche oggi contro il presidente Hosni Mubarak, tra cui quella di Alessandria, dove alcune centinaia di persone si sono riunite davanti alla moschea al-Ibrahim, dove già ieri era partito un primo corteo contro il governo.
L'Esercito egiziano ha assunto la responsabilità della gestione della sicurezza nel centro del Cairo. La zona di piazza Tahrir, dove è stata organizzata una manifestazione contro Mubarak, è presidiata da carri armati e altri blindati dell'esercito dispiegati intorno ai palazzi del potere.
Il governo uscente egiziano si è dimesso stamattina e un nuovo esecutivo dovrebbe essere formato entro oggi. Lo ha annunciato il portavoce del governo dopo che il presidente egiziano Hosni Mubarak la scorsa notte aveva chiesto all'esecutivo di dimettersi in seguito alle proteste di piazza scatenatesi in tutto il paese. «Il presidente annuncerà chi sarà il prossimo primo ministro - ha detto il portavoce, aggiungendo che - il governo dovrebbe essere formato molto rapidamente, entro oggi».
El Baradei: Mubarak se ne deve andare. L’ex direttore generale dell’Aiea e leader di uno dei movimenti di opposizione egiziani ha detto oggi in un’intervista a France 24 che il presidente Hosni Mubarak «deve andarsene».
L’Esercito egiziano ha assunto la responsabilità della gestione della sicurezza nel centro del Cairo. Secondo quanto riferisce l’inviato della tv araba al-Jazeera, infatti, gli agenti di polizia si sono ritirati dalle vie principali del centro della capitale egiziana. Nella zona di piazza Tahrir, dove è in corso una manifestazione contro Mubarak, si vedono carri armati mentre blindati dell’esercito sono dispiegati intorno ai palazzi del potere.
Al Cairo sta crescendo, e secondo fonti giornalistiche ha raggiunto l’ordine delle migliaia, il numero di manifestanti contrari al regime del presidente Hosni Mubarak che si stanno radunando nel centro del Cairo. I manifestanti stanno confluendo nella centralissima piazza Tahrir al Cairo urlando slogan fra cui «vattene, vattene», per chiedere le dimissioni anche del presidente egiziano Hosni Mubarak. Rivolti ai militari che li tengono sotto controllo, i dimostranti scandiscono «pace, pace». La polizia, appoggiata dall’esercito, ha esploso colpi in una via laterale del centro del Cairo che conduce a piazza Tahrir dove è in corso un raduno di protesta ma non è chiaro se si siano stati sparati proiettili veri o solo di gomma Lo riferisce un testimone sul posto. Nella strada i manifestanti sono fuggiti.
Alcune centinaia di detenuti comuni, presenti ieri sera nelle celle di sicurezza di alcuni commissariati del Cairo, sarebbero riusciti a fuggire nella notte approfittando del caos che regnava in città. Secondo l’inviato della tv al-Jazeera, per alcune ore c’è stato un vuoto nella gestione della sicurezza, in particolare quando la responsabilità è passata dalla polizia all’esercito, e in quei momenti molte persone detenute in attesa di giudizio sono riuscite ad evadere.
Scontri nella notte, sparatorie e saccheggi. Colpi sporadici di arma da fuoco e di candelotti lacrimogeni si udivano ancora al Cairo in piena notte, mentre un testimone ha detto all’agenzia Reuters che centinaia di manifestanti sono tornati nella centrale piazza Tahrir, fulcro delle sommosse degli ultimi quattro giorni. La “rivoluzione del 25 gennaio” è così entrata nel suo quinto giorno al Cairo e in Egitto, dove il presidente Hosni Mubarak ha inviato l’esercito nelle strade e deciso di cambiare governo, ma non intende lasciare il potere. La tv araba Al Jazira ha mostrato nuove immagini di ieri sera dal Cairo, prima del discorso del rais alla Nazione, in cui si vedono numerose persone che fraternizzano con i soldati e salgono sui veicoli corazzati dell’esercito. Ma voci parlano di saccheggi nella notte in centri commerciali di diversi quartieri della capitale, dopo quello avvenuto ieri sera alla sede principale del Partito nazionale democratico, al potere con il presidente Mubarak. Sempre in immagini della tv del Qatar si sono visti uomini, donne, ragazzini, uscire da un grande magazzino portando con sè suppellettili e oggetti vari.
Violenti scontri vengono segnalati da testimoni a Ismailia dove - come anche al Cairo, Alessandria, Suez, e Porto Said - già ieri ci erano stati disordini. Lo hanno riferito testimoni della città sullo Stretto di Suez.
Stanno ritornando gradualmente a funzionare le linee di telefonia cellulare in Egitto. Secondo la tv al-Arabiya, già in queste ore in alcune aree è possibile utilizzare i cellulari. Nella giornata di ieri la compagnia Vodafone egiziana aveva reso noto che le compagnie telefoniche avevano ricevuto l’ordine dal governo di fermare il servizio di telefonia mobile.
Summit capi di Stato arabi. Il re del Bahrein, Hamed Bin Isa Al Khalifa, ha proposto al presidente egiziano, Hosni Mubarak, di convocare un summit dei capi di stato arabi per decidere come affrontare le crescenti proteste contro il carovita che interessano quasi tutti i paesi della regione.
Obama: gli Usa al fianco popolo egiziano. «Gli Stati Uniti sostengono il diritto di libera associazione e la libertà di esprimersi in Egitto, come in tutto il mondo: tutti i governi hanno il dovere di governare sulla base del consenso». Lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, sottolineando che «gli Stati Uniti sono a fianco del popolo egiziano».
Mubarak mantenga impegni. Barack Obama ha riferito di aver parlato a lungo, oltre trenta minuti, con il presidente egiziano. Quindi ha affermato di aver chiesto a Mubarak «passi concreti a favore dei diritti del popolo egiziano», allargando la democrazia del suo Paese e assicurando maggiori opportunità economiche per il suo popolo. «Gli ho detto - ha aggiunto Obama - che si deve assumere la responsabilità di dare un senso alle sue parole e prendere misure concrete conseguenti con le sue promesse». Contestualmente Obama ha riferito di aver esortato Mubarak a «non usare la violenza nei confronti di chi manifesta contro la sua presidenza». «Il popolo egiziano - ha sottolineato Obama - ha diritti che sono universali. Tra questi c’è il diritto di riunirsi pacificamente, di esprimere liberamente il proprio pensiero e scegliere il proprio destino».
29 Gennaio 2011
ilmessaggero.it/
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