La foto qui a fianco mostra la rottura dell'argine con relativo sversamento di liquidi.
Da tempo Greenpeace ha denunciato le condizioni criritiche dell'estrazione di Uranio in Niger, dove AREVA fa profitti in una delle nazioni più povere della terra, lasciandosi dietro un deserto di devastazione ambientale. Lo scarso livello di sicurezza delle miniere di Uranio in Africa emerge anche dai file di Wikileaks.
La miniera di Somair è a cielo aperto. Come si vede dalle immagini (quella a fianco tratta dal sito di AREVA,
quella in basso generata con Google maps), vengono scavate enormi voragini e la roccia estratta viene frantumata e trattata chimicamente per raccogliere il poco Uranio che contiene.
In altri termini, a mano a mano che si procede a sfruttare giacimenti più poveri aumenteranno i costi energetici e la devastazione ambientale.
Il disastro del Niger non sarà ahimè l'ultimo.
Venerdì 31 Dicembre 2010
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